ERNIA INGUINALE RIPARAZIONE CON PROTESI

 

L’intervento di riparazione dell’ernia inguinale permette di tornare rapidamente alla vita quotidiana.

La riparazione dell’ernia inguinale e/o ombelicale, chiede al paziente solo  un breve sosta   per risolvere il suo problema. La protesi o ” retina” permette di riprendere precocemente la attività.

Uso di anestesie dedicate, minincisioni e impiego di materiali altamente ricercati, consentono di riprendere la attività quotidiana in poche ore e la idoneità lavorativa in pochi giorni, fino a raggiungere la condizione per praticare la attività sportiva in  assoluta sicurezza.

La chirurgia dell’ernia inguinale è oggi semplice e sicura grazie al livello di conoscenza raggiunto in campo anatomico e alla qualità dei materiali usati per la sua riparazione. Protesi sintetiche altamente porose, di ridotto peso, capaci di adattarsi alle strutture anatomiche , conservando resistenza e capacità contentiva, hanno permesso di rendere ormai ridotto il rischio di recidiva.

                                                                                                                                                                                         

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La Storia dell’ernia inguinale è sicuramente una delle più affascinanti della chirurgia generale. Ripercorre la evoluzione del pensiero dell’uomo, iniziando dall’antico Egitto, passando per la Magna Grecia e Roma, fino ad avere la sua accelerazione nel XIX secolo quando Edoardo Bassini mette a punto una tecnica che costituisce la pietra miliare della chirurgia per riparazione diretta dell’ernia.

Epoca antica: egizi, greci , fenici, romani… conoscenze della patologia ..il papiro di Eber(1500 A.C) uno dei testi di medicina e chirurgia dell’antico Egitto riporta un intero capitolo sulle ernie: la mummia del faraone Merneptah (1222 A.C) presenta una cicatrice inguinale riferibile a chirurgia erniaria ….intervento ?Nel 900 A.C. egizi e fenici usavano la contenzione esterna .Ippocrate in Grecia nel 400 A.C. raccomanda la riduzione manuale sempre per evitare l’incarceramento.A Roma ne 50 A.C Celso opera l’ernia sintomatica resecando il sacco e lasciando la ferita aperta o cicatrizzandola con il cauterio…raccomanda l’orchiectomia solo nelle ernie di grandi dimensioni . Nel periodo dopo Cristo, Galeno (200D.C.) comprende che l’ernia è conseguente ad una rottura dei piani fasciali mentre il greco Paolo di Aegina distingue tra ernia inguinale e inguinoscrotale..per l’ernia inguinoscrotale raccomanda di nuovo l’orchiectomia…è l’anticamera del medioevo

Il Medioevo e il Rinascimento: 13 secoli dopo Celso attorno al 1240 William of Salicet respinge l’orchiectomia come manovra terapeutica per l’ernia e nel 1363 Guy de Chauliac riconosce la differenza tra ernia inguinale e ernia crurale..

E’ solo nel 15mo secolo che Antonio Benivieni –padre della anatomia patologica moderna descrive i vari tipi di ernia : subito dopo il francese Ambroise Pare – autodidatta e medico di guerra – descrive una tecnica “ricostruttiva” dove sutura con il “punctus aureus” la breccia erniaria.. e condanna la pratica dell’orchiectomia.

Il 18mo secolo:  inizia l’era anatomica: sono gli anni degli studi autoptici e degli studi fisiopatologici sui meccanismi dello strozzamento erniario   Il diciannovesimo secolo: la migliore conoscenza della anatomia della regione inguinale e dei meccanismi dello strangolamento erniario aprono lentamente la strada allo sviluppo delle tecniche di plastica ricostruttiva non protesica : Cooper (1804) definisce il ruolo della fascia trasversalis, Hasselbach descrive il triangolo che da lui prende il nome, Cloquet descrive il processo vaginale ..ma la paura della sepsi e delle complicanze rallenta la chirurgia almeno fino al 1850 nonostante l’introduzione nel 1846 dell’anestesia…

Il concetto di chirurgia pulita compare con Lister nel 1870 che introduce l’idea di antisepsi mentre Halstd iniza nel 1896 ad operare con i guanti… erano le premesse per la chirurgia moderna …

L’era moderna: con l’intervento dell’americano Marcy 1870, che per primo ripara l’anello inguinale interno nascono gli interventi di plastica erniaria: la procedura è di efficacia limitata con recidive a 4 anni del 100%.

La svolta si ha con Bassini: il chirurgo italiano comprende la visione integrale delle strutture del canale inguinale e utilizza il famoso “ triplice strato” per ricostruire la parete. Nel 1890 in Germania pubblica il suo lavoro con unanime riconoscimento. Shouldice ( 1950) sviluppa il concetto di distribuire su piani trasversali le suture , applicandolo comunque le stesse strutture di Bassini , per ridurre tensione e dolore.

Solo dopo il 1960 si cominciano a produrre i primi materiali per protesi antesignani di quelli odierni, che trovano in Liechtenstein, nel 1987 il riferimento delle odierne tecniche protesiche….